Detto questo da oggi in poi darò una piccola mano ai miei amici del Politecnico che hanno deciso di candidarsi ai vari organi. Da oggi pubblicherò anche io i loro post sul mio blog. Naturalmente se volete commentare fatelo direttamente sul loro post (cliccando sul titolo)!
Facciamo del PD un partito in di cambiare l'Italia (I parte - Il Contesto)
Queste righe non sono una mozione, né un vero e proprio programma. Non saranno un ricettario di quello che serve all’Italia. Sono semplici appunti. Appunti per il cambiamento, per una svolta. Leggendo vi accorgerete che mancano tante cose rispetto ai soliti decaloghi che si fanno in queste occasioni. Ma noi abbiamo preparato solo “schizzi” presi dalle nostre idee per trasmettervi come vediamo l’orizzonte che ci sta attorno e che strada vorremmo prendere. Proviamo a parlare a chi un documento politico non l’ha mai letto, ma che partecipando alle primarie dei Giovani Democratici potrà iniziare a confrontarsi con un tipo di politica un pò più moderna. Utilizzando lo strumento più aperto e democratico che esiste.Li pubblichiamo “a puntate” (un post al giorno, per 4 giorni), così da poterlo leggere con più facilità. così concepiamo la politica: che dia la possibilità a chi ne ha voglia di partecipare. Non invasiva, burocratizzata, barocca. Ma che sposi visione di lungo periodo, pragmaticità, efficienza.
Alla fine ne pubblicheremo il pdf che speriamo riceverà suggerimenti, emendamenti, considerazioni, sottoscrizioni e consensi.
_Il contesto: le primarie dei GD. In un partito che ha perso le elezioni dopo 2 anni di governo è normale una crisi, ma crisi vuol dire anche opportunità: di tornare ad avere una visione, di rifuggire dal rischio di essere minoranza strutturale, di vincere culturalmente, di tornare a governare bene, di cambiare il partito. Per cambiare finalmente, in un mondo che sta già cambiando, anche l’Italia.
Le primarie dei Giovani Democratici rappresentano per noi giovani il momento in cui un coetaneo, uno studente o una giovane impiegata passano dall’avere solo la possibilità di lamentarsi per come va un partito al poter decidere come farlo andare, votando chi deve gestire l’organizzazione.
_No al pessimismo. Se si fa un discorso razionale, c’è da essere pessimisti. L’Italia è vittima di un declino strutturale: arretriamo ovunque, la nostra struttura produttiva non si è adattata al nuovo millennio, viviamo nel paese più diseguale della vecchia Europa e indietreggiamo in tutte le classifiche. Ma noi abbiamo un altro compito. Le lamentele le lasciamo agli altri. Il pessimismo è un lusso che non possiamo permetterci. Quando la classe politica che attualmente ci rappresenta non riesce ad invertire la rotta che rischiamo di prendere allora è il momento di assumersi la responsabilità di provarci Noi a disegnare l’Italia che vogliamo fra 20 anni. Con le nostre idee e la nostra inesperienza.
1 commento:
Beh come mai rinviate? Era in forse l'elezione di Raciti?
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