Dopo il Congresso del PdL si sono dissolti dei dubbi. Il primo è che Fini non diventerà Presidente del Consiglio, il secondo è che Berlusconi non sarà Presidente della Repubblica.
I motivi sono semplici, l'ex ragazzo missino è sempre più antipatico al popolo del nuovo partito conservatore, anche e sopratutto a quei militanti che fino a qualche mese fa erano sotto la fiamma. Le posizioni di Fini in questi anni sono diventate indigeste agli ex missini, prima il viaggio in Israele a chieder scusa (vabbhè passi), poi la condanna al fascismo come male assoluto (eh.. no caro ex camerata), poi ha ritrattato il "Mussolini grande statista" ed infine le posizione laiche sui temi eticamenti sensibili e l'apertura alle opposizioni sulle riforme (che speriamo prendino al balzo, invece di inseguire il nano). Gli aennini in questo marasma non riescono più a riconoscere una figura che porti avanti i "valori" (dio, patria e famiglia...) se non proprio nell'uomo che fino ad allora era stato il proprio "nemico" alleato (Silvio).
Berlusconi è tutto questo. L'anticomunista per eccellenza (chi riesce a trovare qualche comunista alla Berlinguer faccia un fischio), il leader che difende i "veri" valori della tradizione, paladino del "partito della vita", difensore della "famiglia naturale" e neo autarca e difensore dell'economia nazionale. Se ci si aggiunge poi il suo "gran appeal" con il gentil sesso e il suo "dinamismo altetico" ecco che ne esce una bella foto del neo Duc... leader della destra italiana.
Ed ecco che si accende la lampadina. Berlusconi non salirà al Quirinale, nonostante la sua lunga aspettativa di vita e le percentuali bulgare che avrà nelle prossime elezioni, poichè non riuscirà mai ad avere il sostegno delle opposizioni necessario per ambire alla prima carica dello Stato. Cosa ben diversa da Fini che sempre più sta diventando un politico liberale (seppur conservatore) con percorso totalmente opposto a quello del mago di Arcore (che si autodefiniva liberale ma che si trascina sempre più nel populismo e nel ducismo). A qualcuno potrebbe far specie, ma visto che per colpa di una sinistra rissosa e inconcludente, la destra governerà per i prossimi decenni (Scapagnini ha detto che l'aspettativa di vita del PdC è superiore ai 100 anni) meglio che il successore del presidente comunista sia l'ex missino ora illuminato e con gran senso delle istituzioni Gianfranco Fini.
I motivi sono semplici, l'ex ragazzo missino è sempre più antipatico al popolo del nuovo partito conservatore, anche e sopratutto a quei militanti che fino a qualche mese fa erano sotto la fiamma. Le posizioni di Fini in questi anni sono diventate indigeste agli ex missini, prima il viaggio in Israele a chieder scusa (vabbhè passi), poi la condanna al fascismo come male assoluto (eh.. no caro ex camerata), poi ha ritrattato il "Mussolini grande statista" ed infine le posizione laiche sui temi eticamenti sensibili e l'apertura alle opposizioni sulle riforme (che speriamo prendino al balzo, invece di inseguire il nano). Gli aennini in questo marasma non riescono più a riconoscere una figura che porti avanti i "valori" (dio, patria e famiglia...) se non proprio nell'uomo che fino ad allora era stato il proprio "nemico" alleato (Silvio).
Berlusconi è tutto questo. L'anticomunista per eccellenza (chi riesce a trovare qualche comunista alla Berlinguer faccia un fischio), il leader che difende i "veri" valori della tradizione, paladino del "partito della vita", difensore della "famiglia naturale" e neo autarca e difensore dell'economia nazionale. Se ci si aggiunge poi il suo "gran appeal" con il gentil sesso e il suo "dinamismo altetico" ecco che ne esce una bella foto del neo Duc... leader della destra italiana.
Ed ecco che si accende la lampadina. Berlusconi non salirà al Quirinale, nonostante la sua lunga aspettativa di vita e le percentuali bulgare che avrà nelle prossime elezioni, poichè non riuscirà mai ad avere il sostegno delle opposizioni necessario per ambire alla prima carica dello Stato. Cosa ben diversa da Fini che sempre più sta diventando un politico liberale (seppur conservatore) con percorso totalmente opposto a quello del mago di Arcore (che si autodefiniva liberale ma che si trascina sempre più nel populismo e nel ducismo). A qualcuno potrebbe far specie, ma visto che per colpa di una sinistra rissosa e inconcludente, la destra governerà per i prossimi decenni (Scapagnini ha detto che l'aspettativa di vita del PdC è superiore ai 100 anni) meglio che il successore del presidente comunista sia l'ex missino ora illuminato e con gran senso delle istituzioni Gianfranco Fini.