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In questa seconda “puntata” vogliamo virare un pò sui contenuti. Fino ad ora in queste primarie e anche un pò in questo PD si è parlato molto di regolamenti, firme, correnti, divisioni, candidature. Ma il nostro paese ha bisogno di una politica che scenda più nel merito delle questioni, che privilegi le soluzioni ai problemi concreti e che eserciti con efficacia il privilegio del potere (la policy) rispetto alle lotte tra e dentro i partiti, pur necessarie (la politics).
Non siamo candidati a guidare un paese, per cui abbiamo preferito, piuttosto che fare un sunto delle tante cose che occorrerebbero al paese per entrare nel nuovo millennio, scegliere un tema chiaro, forte, necessario e dirompente. Così come pensiamo che dovrebbe fare l’organizzazione giovanile che verrà. Identificarsi su pochi temi, importanti, decisivi, e su quelli condurre approfondimenti, battaglie, ottenere cambi di passo nel partito e scrivere proposte concrete da tradurre in provvedimenti.
Quello che riteniamo i giovani dovrebbero chiedere più a gran voce è un paese più meritocratico. Un tema che pervade tutti i luoghi frequentati dai giovani. Dalle scuole e le università dei test e degli esami dubbi, ai luoghi di lavoro dei concorsi e i contratti che spesso non premiano il merito, dalle pubbliche amministrazioni alle pari opportunità latenti. A oggi siamo il paese più diseguale dell’occidente. E non solo, abbiamo anche una bassissima mobilità sociale. Non sogniamo una società senza nessun povero e nessun ricco, ma vogliamo cambiare una società dove dieci anni fa lo stipendio di un dirigente valeva quello di tre impiegati mentre oggi ne occorrono sei.
Una per tutti. La meritocrazia. Vogliamo prendere un concetto che è la chiave di volta, ovvero la pietra che regge tutte le altre e senza la quale non si va da nessuna parte. Meritocrazia significa che i più meritevoli, non solo i più abbienti, possono andare a studiare nelle università migliori, per tornare a lavorare, magari, dove sono nati dopo aver fatto anche esperienza all’estero. Meritocrazia vuol dire trovarsi a lezione un docente che è lì per le sue doti e le sue capacità, non per la sua età. Meritocrazia è anche un dipendente che diventa manager di un’azienda non per la sue amicizie, ma perché è il migliore.
[PROPOSTE per la giovanile] La meritocrazia inizia dall’istruzione, e si deve accompagnare all’uguaglianza di opportunità. Per questo sbaglia una società e una destra che, al contrario del mondo angolassone, decide di eliminare del tutto le tasse di successione, e di disprezzare nel frattempo tutte le forme di sostegno agli studi. Per questo dei giovani che puntano ad una società più giusta dovrebbero chiedere a gran voce di reintrodurre i simboli e la sostanza della meritocrazia, per ridare fiducia ad un sistema che premia chi merita. A partire da una tassa di successione seria, come esiste negli USA, i cui proventi siano tutti destinati a far studiare nelle migliori università i migliori giovani delle classi più povere. Per far nascere una generazione di leader al servizio del paese. Proposte analoghe devono essere fatte affinchè si abbia anche un welfare più meritocratico: a partire dalle giovani coppie: non più sussidi (pochi) e aspettativa alle mamme, in cambio di quache anno in meno di lavoro. Piuttosto equiparazione dell’età pensionabile tra donne e uomini, vincolando ogni euro di risparmio alla costruzione di asili nidi e servizi di supporto alla maternità. Non possiamo continuare a permetterci di lasciare le donne migliori e impedirgli la carriera.
Se siamo il paese più diseguale della vecchia Europa è perché un errore di un cittadino qualunque è soggetto ad una condanna, mentre quello di un manager senza scrupoli si risolve con un buon avvocato. La destra al governo ha accentuato questi fenomeni, dando un esempio negativo di disprezzo delle regole ed esaltando la meritocrazia basata sulla rendita. La destra al governo ha preferito infiammare le paure, promuovere la necessità dell’immediata soddisfazione dei bisogni, favorire il consumo sfrenato di beni materiali, disprezzando i beni immateriali. La destra è quella che consiglia di “stare chiusi in casa la sera”, a vedere la TV, perché andare in giro è “pericoloso”. In giro si può andare solo per entrare in locali a pagamento, dove non importa quanto ti droghi o quanto bevi, per entrare basta che sei vestito bene.
Dobbiamo sconfiggere una destra che asseconda la difesa di rendite tutte italiane, che ha cancellato le class action, difeso le rendite ingiuste di tassisti, farmacisti e assicuratori, che non sa cosa vuol dire “pari opportunità”, secondo la quale il figlio di un professionista “non sarà mai uguale” a quello di un dipendente.
Una rivoluzione dolce. L’Italia, il nostro paese, non ha bisogno di rivoluzioni materiali per cambiare. Ha bisogno di una classe dirigente in grado di assumersi responsabilità. Disposta ad essere valutata senza ambiguità gelatinose. Disposta a rischiare. Siamo in questa situazione perché ai successi e ai meriti non seguono le giuste ricompense e agli insuccessi e alle colpe le adeguate conseguenze. Oggi rischiano i giovani e gli studenti che emigrano in massa da un sud che non lascia speranze. Non rischia chi eredita una professione con una rendita. Allora dobbiamo fare capire che se in una gara tutti partono dalla stessa linea alla fine vincerà chi ha corso di più, e l’Italia avrà più possibilità di vincere medaglie in un’era globalizzata come la nostra. Dobbiamo anche volare alto nelle nostre proposte. Chiedere di cambiare il nostro sistema produttivo, esaltare il valore della “qualità”, essere eccellenti non solo nel lusso, tornare ad eccellere in scienza e tecnica. Dobbiamo ridare un ruolo al mercato, capire che la sua mano invisibile non riesce a regolare tutto, e che sono necessarie istituzioni sovra-nazionali per regolarlo. Dobbiamo dire ai nostri coetanei che andranno a fare i manager che devono rifuggire dall’illusione del “denaro che produce altro denaro”, come qualche manager sprovveduto sembra pensare.
Per fare tutto questo è necessario iniziare proprio da una società più meritocratica, più responsabile e con più fiducia in sè stessa.
5 commenti:
... e dopo questa sviolinata sulla meritocrazia (pienamente condivisibile, ovvio!), andate ad eleggere un raccomandato di ferro con delle primarie-farsa?
"Non dalle loro parole, ma dalle azioni li riconoscerete", diceva qualcuno che la sapeva lunga.
E la GD si è già fatta tristemente conoscere per essere il contrario della meritocrazia, e della democrazia in generale, in perfetto stile piddino.
forse non hai letto i miei vecchi post.
Sono ancora tutt'ora abbastanza contrario alla giovanile e anche ai criteri adottati. Senza contare che il "raccomandato" da me non verrà mai votato.
Però l'avevo anche scritto... i commenti fateli sul sito dei ragazzi di pdpoli... non sul mio... io sono solo n "tifoso"
era su nessuno.tv
grazie Pietro (anche se in ritardo) per il supporto. come ben sai ti aspettiamo sempre più attivo anche nell'organizzazione giovanile, così come lo sei sempre stato all'interno del nostro gruppo. La giovanile, è per noi un modo per poter avvicinare sempre di più le giovani generazioni alla politica e all'impegno sociale. Non un modo per farsi la guerra.
Per tutto il resto, non entro nel merito di quale sia il migliore o peggiore segretario della giovanile del PD. Mi interessa capire qual'è la migliore giovanile che si può fare. Il nostro è un progetto che intendiamo alimentare con le idee e non facendoci la guerra (chi vuole è libero di farsela senza tuttavia mettere a rischio qualcosa di più grande almeno nei propositi). proprio oggi lo stesso post è stato pubblicato da fermentidemocratici.it. Sperimo possa diventare patrimonio della giovanile.
ciao
pdpoli
pdpoli.wordpress.com
PS: "anche se in ritardo" è riferito ai nostri ringraziamenti, nel caso non si capisse. Il supporto è graditissimo ancor più perchè è spontaneo.
ciao
pdpoli
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