mercoledì 12 marzo 2008

il Partito Democratico per l'Università

Da studente universitario e rappresentante degli studenti nel mio Ateneo (Politecnico di Milano) non posso dire che questo punto del programma del PD sia ottimo!

Non a caso in questi ultimi giorni il mondo dell'università è in fibrillazione e sopratutto quello della buona formazione. 13 fra le più importanti università del nostro bel paese hanno iniziato una lotta con la CRUI che va sempre più verso una secessione della conferenza dei rettori. I "ribelli" infatti vogliono una distribuzione delle risorse che venga fatta attraverso sistemi di merito invece che di quantità di studenti. (intervista al rettore del POLIMI)


Ecco cosa dice il programma del PD per quanto riguarda l'Università e la Ricerca:

7. CULTURA, SCUOLA, UNIVERSITÀ E RICERCA: PIÙ AUTONOMIA, PER L'EQUITÀ E L'ECCELLENZA

....

f) Modernizzare le Università e creare una nuova leva di ricercatori
1. L'università deve essere un motore essenziale della mobilità sociale e della crescita.
a. Riduzione del numero di sedi universitarie e promozione della la loro specializzazione in poche discipline, per raggiungere livelli di eccellenza.
b. Modernizzazione delle Università italiane, esaltando la loro autonomia finanziaria, introducendo forme sistematiche di valutazione efficace dell'utilizzo di risorse, incentivi e disincentivi, aumentando la competizione tra gli atenei. Vogliamo portare in 10 anni il trasferimento pubblico per l’università e la ricerca al livello dei Paesi più attivi e vitali nell’economia globale, ma far sì che una quota crescente, fino ad arrivare almeno 30%, sia trasferita tramite valutazione, avvalendosi dell'Agenzia Nazionale della Valutazione dell'Università e della Ricerca istituita dal Governo Prodi.
c. Nell'ambito del sistema nazionale dell'istruzione universitaria, va riconosciuta effettiva autonomia agli atenei e promossa la loro internazionalizzazione, per rompere chiusure baronali e portare l'università italiana nel novero dell'eccellenza mondiale. Ciascun ateneo deve essere libero di assumere personale docente italiano e straniero, di darsi il sistema di governo che ritiene più adeguato, di stabilire le norme per l’ammissione degli studenti, di fissare liberamente le rette.
d. Garantita la funzione pubblica dell'insegnamento universitario, va perseguita la possibilità di utilizzo del regime privatistico per i docenti nuovi assunti, agendo contemporaneamente per un rinnovamento del corpo docente universitario che abbatta l’incertezza dei lunghi precariati.
e. Più concorrenza dal lato della domanda e borse di studio spendibili in qualsiasi università. Sviluppare sistemi per la concessione di prestiti d’onore, la cui restituzione potrebbe essere collegata ai redditi conseguiti dopo la conclusione degli studi. Indirizzare il ruolo delle fondazioni bancarie verso la formazione di capitale umano, con borse di studio e investimenti a favore delle strutture.
f. Potenziamento della rete di Politecnici, che funzioni da dorsale tecnologica del Paese.
g. Progettazione e realizzazione di una grande università telematica pubblica.
h. ERASMUS effettivamente accessibili a tutti gli studenti universitari italiani, sostenendo con adeguate borse di studio coloro che provengono da famiglie non abbienti.
2. Favorire la ricerca non finalizzata, con l’obiettivo di:
a. creare una nuova leva di giovani ricercatori;
b. investire su questi ricercatori come risorsa per modernizzare il funzionamento delle istituzioni di ricerca;
c. investire nella creazione di quell’”eccesso di capacità” che è precondizione di ogni ricerca finalizzata.
Per il conseguimento di questo secondo obiettivo, serve un programma, gestito da un’agenzia indipendente, per selezionare, con criteri internazionali, 1000 giovani ricercatori (italiani e stranieri) ad alto potenziale, ai quali finanziare altrettante idee di ricerca per un periodo di dieci anni, con contratti di ricerca individuali e adeguato budget per spese di progetto (spesa preventivabile: 800-1000 milioni di euro nel decennio). Non si dovrebbero porre altre condizioni, se non la qualità scientifica dei proponenti e l’accettazione di regole di valutazione di tale qualità nel corso dell'attività.
.....

Nessun commento: