martedì 11 maggio 2010

Un PD "invidioso" del PDL


Sembrava quasi strano che per la prima volta i problemi fossero solo e soltanto nello schieramento avverso. Fatto sta che i "gloriosi" capetti Democratici colti dall'invidia hanno alzato anche loro un bel polverone interno, con la differenza che le questioni sollevate nei democratici sembrano davvero banali rispetto al duello Berlusconi-Fini.

La minoranza PD che fa? Solleva le complesse questioni sul partito light e maggioritario, questioni di "primaria importanza" rispetto alla crisi ai licenziamenti e alla cassintegrazione dominante nel paese. Che dire.... come al solito complimenti al PD, per i grandi temi trattati.

Ed intanto invece la maggioranza del PD (anche lei assorta a risolvere i problemi del Paese, fra un "ma vada a farsi fottere" e una sollevazione a Ballarò, si comporta come la maggioranza del PDL cercando di ridurre la "democrazia interna e dal basso". Come? Eliminando dallo statuto le primarie per la designazioni di candidati sindaci, presidenti di provincia e regionali. Cosa strana, proprio nel momento in cui questo sistema è davvero funzionato come nel caso "Vendola".

Avrei capito la modifica dello statuto per quanto riguarda l'utilizzo delle primarie per l'elezione dei segretari (in fondo non ha senso utilizzare le primarie se poi il segretario non è di conseguenza anche candidato presidente del consiglio a causa di un sistema elettorale non propriamente maggioritario), ma quella per le cariche politiche e amministrative proprio no. Anzi mi sarei aspettato che il sistema "primarie" fosse esteso anche alla formazione dei listini bloccati delle elezioni politiche, considerando che difficilmente il porcellum verrà modificato a breve (non lo abbiamo fatto quando eravamo al governo, pensa un po' se lo fa il divorziato di Arcore).

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