giovedì 18 novembre 2010

Italianizzare il sistema (elettorale) tedesco


Si va verso le elezioni (ma come dice il vecchio Trap: non dire gatto se non ce l'hai nel sacco), ma come ho già ribadito e come dice anche Nicola, forse sarebbe meglio cambiare la legge elettorale vigente (e solo quella, senza governi e governicchi che puntano anche a fare altre porcherie).
Chi mi ha già letto sa che non ho molto in simpatia il sistema elettorale crucco, a cui preferisco di gran lunga quello francese (e anche quello spagnolo).

Però non si può far finta di non vedere che il porcellum tutt'ora vigente sia anche ben peggio e quindi visto che difficilmente si riuscirà ad arrivare a qualsiasi accordo sul sistema transalpino e meglio puntare a limitare i danni anche con il “pessimo” sistema tedesco.
In poche parole il sistema tedesco funziona così: ci sono due voti, uno proporzionale e uno maggioritario. Il primo determina il numero dei seggi totali di ogni partito (a cui possono accedere solo i partiti che hanno superato il 5% e/o quelli che hanno conquistato almeno 3 seggi uninominali), il secondo individua il 50% degli eletti. A questi ultimi poi si andranno a sommare altri eletti individuati dai listini bloccati, fino al completare i seggi attribuiti. Nel caso in cui gli eletti in un partito con il sistema uninominale sono maggiori di quelli attribuibili con il proporzionale si aggiungono alla camera dei seggi extra per consentire a tutti gli eletti con l'uninominale di poter sedere in parlamento.
Il sistema tedesco “tal quale” è irrealizzabile in Italia per un motivo “costituzionale” e uno “sostanziale”.
Il motivo costituzionale è semplice: in Germania è prevista la variabilità dei seggi della camera alta, mentre in Italia il numero è fisso per entrambe le camere. Quindi a meno di non cambiare la costituzione (cosa impossibile se si vuole un governo di pochi mesi solo per cambiare la legge elettorale), bisogna modificare tale legge.
Il secondo dei motivi è di sostanza. Una delle critiche che si fa al porcellum è la presenza di listini bloccati (decisi dai capi di partiti) e che non consento quindi la scelta dei deputati. Ebbene anche il sistema tedesco prevede la presenza di questi listini. Infatti tale sistema presenta metà dei seggi individuati mediante un sistema uninominale e il resto mediante una ripartizione proporzionale (in cui però rientrano anche i seggi dell'uninominale) su scala nazionale. Quindi il restante 50% dei deputati vengono presi direttamente da questi famosi listini.

Come modificare la legge e renderla più “italiana” allora (per la Camera dei Deputati):
  • Mantenere il sistema della doppia divisione dei seggi (uninominali-proporzionale) magari modificando i pesi (portando al 60% l'uninominale).
  • Eliminare i listini pescando gli eletti dai migliori sconfitti nei collegi uninominali (lo scorporo). L'aumento del peso dell'uninominale serve anche a ridurre i ripescaggi. In fondo è giusto che chi non viene eletto per pochi voti... rientri in parlamento.
  • Eliminare la variabilità mantenendo la “supremazia” degli eletti con l'uninominale, lavorando in modo iterativo sul numero di seggi assegnabili con il proporzionale (quindi se il partito A guadagna 30 seggi uninominali e invece dal proporzionale dovrebbe averne solo 29, si va a ridurre il numero dei seggi proporzionali di una unità). Di fatto è come se fosse un premio a chi riesce a stare maggiormente sul territorio.
La cosa che non passa inosservata è che il sistema crucco italianizzato come lo descrivo io è “più semplice” di quello “originale”. Una sola scheda UNICA, anziché la scheda doppia tedesca con doppio voto, che di fatto sarebbe un'inutile casino per l'Italia, che già ha il problema di votare per due camere (anziché l'unica tedesca, visto che l'altra camera in Germania è di “nomina” dei Lander). Naturalmente se si volesse la doppia scheda per evitare che il voto uninominale possa “influenzare” quello nazionale, significherebbe raddoppiare o ingrandire a dismisura la scheda elettorale con tutto il casino questo può portare nelle operazioni di voto e di spoglio...

Note a margine. Alla Camera dei Deputati, la suddivisione dei seggi è da effettuare su base nazionale, con soglia di sbarramento anch'essa nazionale (al 5% e non come ho sentito a percentuali minori). Al Senato invece deve essere su base regionale (ed io porterei lacondizione sui seggi minimi per poter rientrare nella suddivisione a 2). Naturalmente in alcune regioni con pochi eletti al senato e/o alla camera basterà fare solo il collegio uninominale, così come per gli italiani all'estero dove invece non cambierei il sistema. Poi naturalmente preferirei che si andasse oltre e ci si avvicinasse ad una legge più simile a quella francese....


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