Tra “fighetti” e “amici di Giampy” il Pd pugliese è stato  travolto da situazioni poco piacevoli, prima l’arresto di Frisullo e  poi le accuse di tangenti (10mila euro secondo Tarantini) al  “responsabile organizzativo”regionale, nonchè ultimo segretario dei DS  Michele Mazzarano.
 
Di Frisullo ormai conosciamo vita, morte 
e miracoli,  di Mazzarano invece si sa davvero molto poco. Tarantino,  per la precisione di Massafra, figlio di operai, si interessa di politica in università dove  conosce Beppe Vacca che lo avvicina al PDS.  Quindi inizia una carriera da politico di professione e da dirigente  regionale e nazionale della Sinistra Giovanile prima e  dei DS poi, passando naturalmente nel PD.  Un politico poco conosciuto se non agli addetti ai lavori visto che i  suoi ruoli sono sempre stati nell’apparato del partito e non  nell’amministrazione della cosa pubblica. Il suo nome diventa di dominio  pubblico solo durante la campagna elettorale, per via delle accuse di Tarantini  alle quali risponde con le “immediate” dimissioni dal partito e  con l’abbandono della campagna elettorale. Nei giorni seguenti alle  dimissioni, non terrà alcun comizio pubblico (se si eccettua quello di  solidarietà e quello di chiusura della campagna elettorale sempre nella  sua Massafra), ma i suoi comitati elettorali, presenti in ogni quartiere  di ogni paese del collegio, continueranno ad essere aperti e a produrre  manifesti ed altro materiale elettorale in cui si terrà a  precisare  che Mazzarano “è sempre eleggibile“.
 
COME COMINCIO’ - L’affaire Mazzarano ha  però radici precedenti. Il politico massafrese viene tirato in ballo  per la prima volta dal sindaco di Bari Emiliano per  aver organizzato la cena alla quale parteciparono fra gli altri Tarantini  e D’Alema. Proprio per questo motivo nelle  settimane precedenti alla definizione delle liste, 7 consiglieri  comunali del PD di 3 diversi paesi del versante  occidentale della provincia di Taranto (2 dei quali del  paese di origine del neoeletto consigliere regionale), chiesero con una  lettera aperta al PD di non conformarsi al  berlusconismo imperante e di rinunciare a presentare candidature di  persone poco trasparenti, che nella missiva spedita anche ai giornali  locali venivano definiti come “gli amici di Giampy“. Alla  lettera seguì una forte controffensiva da parte del segretario regionale  del PD Blasi, del coordinamento provinciale di Taranto  e di vari esponenti politici locali e nazionali contro i 7 che  fra l’altro vennero definiti “sedicenti democratici”, mettendo una  pietra sopra ad ogni richiesta di “moralità” nelle liste da parte dei  “ribelli”. Passati alla stesura delle liste, quello che balzava agli  occhi era la poca concorrenza nel versante occidentale della provincia,  gran serbatoio di voti del centrodestra nell’ultimo decennio in cui,  secondo logica, sarebbe stato opportuto schierare tutte le migliori  personalità disponibili sul campo proprio per drenare il maggior numero  di voti possibili alla destra. Stranamente in questa zona della  provincia però, venivano spesi solo due nomi altisonanti, sui 10  possibili, (lo stesso Mazzarano e l’uscente Costantino)  blindandone di fatto l’elezione e non tenendo conto anche delle altre  richieste  provenienti dal territorio.
 
IL PD A PICCO, LUI ELETTO – In alcuni circoli  iniziano così ad esserci i primi abbandoni, dalle cui lettere di  dimissioni emerge una feroce critica all’oligarchia provinciale del  partito che da una parte non tiene conto delle esigenze del territorio e  che dall’altro protegge e “blinda” chi ha legami poco trasparenti nella  sanità ionica, in antitesi proprio alla scelta del governatore Vendola  che nel luglio scorso aveva fatto dimettere ben 5 assessori  senza aspettare alcun intervento della magistratura (arrivato solo poche  settimane fa con l’arresto di Frisullo). Torniamo  quindi ai giorni nostri. Mazzarano, nonostante la  bufera, viene eletto con 6340 preferenze (oltre 4000 nella sua Massafra),  risultando il terzo degli eletti del PD nel collegio  (seggio scattato grazie al premio di maggioranza). Il PD Ionico  subisce però una debacle pazzesca perdendo circa 9 punti percentuali e  28000 voti rispetto alle regionali del 2005 (dal 29,4% di DS+DL al 20,7%  attuale), nonostante il risultato positivo di Vendola (51,4%  che fra l’altro è il miglior risultato fra le province pugliesi dove  riesce ad incrementare  i consensi rispetto al 47,6% del 2005) e  riuscendo a portare a casa 4 consiglieri solo grazie ai due premi di maggioranza e di governabilità (su quest  ultimo si attendono le decisioni della Corte di Appello).  Fra l’altro, la scelta delle candidature “di servizio” si dimostra  fallace poiché sommando le preferenze dei tre candidati meno votati non  si riesce ad arrivare nemmeno a 1200 preferenze.
 
ERA STATO FRAINTESO - Nella zona occidentale della  provincia  il PD perde una marea di voti (dal -30% di  Laterza, a
l -18% di Castellaneta solo per citare due  casi fra i più emblematici, ma anche nella Massafra di Mazzarano  il PD riesce a perdere circa 3 punti percentuali).In queste  condizioni arriva però il colpo di scena: Mazzarano ritratta  la parola data durante la campagna elettorale e seguendo le lezioni di Berlusconi  annuncia di «Non voler tradire la volontà degli elettori».  Vendola intervistato lo stesso giorno da Repubblica  «ritiene assai opportuno che (n.d.r.: Mazzarano)  tenga fede all’impegno preso (n.d.r.: le dimmissioni)».  Ricomincia quindi la gazzarra nel PD regionale con  l’On. Capano che chiede al segretario di far rispettare  la parola e di seguire le parole del governatore Vendola e  con lo stesso Blasi che ritiene inopportune le  dimissioni perché non presenti nel codice etico del PD e  che sbotta nei confronti della parlamentare:«Basta con i “fighetti”  del partito pronti, comodamente seduti in salotto, a spendere giudizi e  a chiedere. Quando cominceranno a “dare” dall´alto della loro nomina in  Parlamento?». E ancora: «Mentre il governo affondava  l´articolo 18 non ho sentito alcuna presa di posizione dell´onorevole  Capano. Quante volte lei è stata davanti ai cancelli dell´ex Agile o di  altri stabilimenti in crisi? Il Partito, nella chiarezza dei suoi  organismi dirigenti saprà chiedere ciò che deve a tutti. Il Pd che verrà  – ha concluso Blasi - o smette di essere il luogo  del protagonismo dei singoli e dello sproloquio pubblico o non verrà».
 
COME SILVIO - La Capano non ha  fatto attendere la sua risposta al segretario: «La volgarità della  risposta di Blasi si commenta da sé. Io ribadisco la mia vergogna per il  fatto che il segretario del mio partito protegga chi tradisce la parola  data ed insulti chi da tale amoralità si dissocia. Quanto al mio lavoro  di parlamentare basta consultare il sito della Camera per trovarlo  documentato ed in ogni caso non sapevo che recarsi davanti ai cancelli  dell´ex Agile esonerasse i politici da rigore morale ed etica pubblica».Intanto  in queste ore ci sarà un incontro tra Blasi e Mazzarano,  ma il futuro ci riserverà altre puntate della telenovela e mentre la  “Puglia Migliore” di Vendola tenta di essere  alternativa alla destra e di scrollarsi i suoi “brutti vizi”, un’altra Puglia  quella di una parte del PD vuole copiare Berlusconi  e i suoi modi, ma puntualmente viene punita dai cittadini.
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