venerdì 14 dicembre 2007

Nucleare: c'è a chi piace e a chi no!

Riporto un articolo letto sul periodico universitario Diari della Bovisa. Chi mi conosce sa che non sono un supporter del Nucleare, ma francamente in quest'articolo si riesce finalmente a far chiarezza su molti punti.

Purtroppo nel nostro paese si convive con molti estremismi (da quello cattolico a quello ambientalista) impregnati di ottusa ignoranza (scientifica in primis ma anche ingegneristica) .
Questi vedono il nucleare come il male assoluto e come tecnologia portatrice di morte ma spesso dimenticano che i dati dicono ben altro (in questi anni il nucleare ha fatto meno morti delle altre tecnologie, idroelettrico compreso).

Bisogna però dire che non è tutto oro quello che luccica, ma che il nucleare si porta dietro anche dei problemi irrisolti (almeno per il nostro paese). Dove mettere le scorie in una nazione particolare dal punto di vista geologico come la nostra e densamente abitata? Come risolvere l'ammanco di energia nel nostro paese in modo rapido (visto che una centrale necessita dai 10 ai 20 per entrare a regime)?
Questi dubbi (ma anche quelli sui costi di stoccaggio delle scorie) sono quelli che fino ad oggi mi rendono ancora scettico nei confronti di questa tecnologia, che negli ultimi anni sta però facendo passi da gigante.
Forse è arrivato il momento di investire oltre che sulle tecnologie rinnovabili (perchè anche in questo campo siamo anni luce indietro rispetto i nostri vicini europei) e sul risparmio energetico, anche sulla ricerca a 360 gradi in questo ambito, dai reattori ai sistemi di riutilizzo delle scorie passando per gli impianti di stoccaggio delle stesse.
In fondo se vogliamo essere al passo con il protocollo di Kyoto non possiamo pretendere che le sole fonti rinnovabili e il risparmio energetico riescano a soddisfare tutti i nostri bisogni.


L'Articolo può essere letto anche a questo link


L'ITALIA TORNA A PARLARE DI NUCLEARE
Gli italiani ricordano i 20 anni dal Referendum anti-nucleare: e non c’è da festeggiare.

Sono una studentessa al quarto anno di Ingegneria Energetica, e la recente visita alla centrale nucleare di Gösgen (Svizzera) ha presentato l’occasione per riflettere sulla possibilità di un ritorno al nucleare nel nostro Paese, soprattutto in un momento in cui la “questione energetica” è un argomento più che mai attuale e spinoso.
Recentemente l’On. Casini ha auspicato il ritorno all’utilizzo di questa fonte, specificando come l’Italia non possa restare indietro rispetto agli altri Paesi europei, che da tempo hanno fatto del nucleare una scelta energetica strategica, avvalendosi anche di cervelli “made in Italy”, di cui lo Stato Italiano finanzia la formazione per poi lasciarseli scappare.
Una seppur debole apertura è arrivata dal Ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani, che al World Energy Congress (Roma, 11-15 Novembre) ipotizza un futuro ritorno all’atomo ma solo con il cosiddetto nucleare di quarta generazione.
Intanto però “i più” ignorano i passi da gigante che la scienza e l’ingegneria hanno fatto per rendere questa energia sempre più sicura e affidabile.
In tutta franchezza io non credo che una scelta così importante e decisiva possa essere presa sulla base del consenso popolare, in quanto molti non hanno gli strumenti per valutare la fattibilità in termini tecnico-economici di un’operazione di questo genere, ma ritengo assolutamente indispensabile che debba esser fatta informazione su tutti gli aspetti dell’energia nucleare, a cominciare dalle tanto temute centrali nucleari.
L’informazione è (dovrebbe essere) democratica e alla portata di tutti, le competenze molto spesso non lo sono: il rischio a cui andiamo incontro è quello di politiche emozionali, basate su deboli motivazioni a carattere irrazionale, proprio come avvenuto con il Referendum del 1987 in cui la paura di una nuova Chernobyl ha portato ad una scelta affrettata, le cui conseguenze stiamo tuttora pagando.
Per informazione intendo la promozione di dibattiti seri a cui partecipino esperti del settore e professionisti competenti, la realizzazione di convegni aperti al pubblico e la diffusione capillare della conoscenza tramite i mass-media: insomma, tutto ciò che possa contribuire a limitare se non sconfiggere la dilagante mala-informazione di cui è affetto il Paese Italia, soprattutto sul tema energetico, in particolar modo sul nucleare.
Non sono un’accesa nuclearista, ma quello che ho appreso nel corso di studio di Ing. Energetica mi basta per criticare Michele Santoro che affronta il problema energetico italiano alla presenza dell’On. Rutelli e di Dario Fo (sicuramente stimato intellettuale e premio Nobel, ma non so quanto esperto in campo energetico), e restare quanto meno scettica di fronte alle parole dell’On. Pecoraro Scanio, che, senza alcuna cognizione di causa, afferma che l’Italia dovrebbe puntare esclusivamente sulle fonti rinnovabili.
Attenzione: la questione che vorrei sollevare non è tanto la legittimità della preferenza del nucleare alle rinnovabili o ai combustibili fossili, quanto l’importanza e la stringente necessità di un dibattito serio sui benefici e sui limiti delle diverse opzioni, che faccia della chiarezza e dell’onestà intellettuale i suoi capi saldi e che sia supportato da dati validi e fonti autorevoli.
Qualche esempio di cattiva informazione? Tempo fa sul blog di Beppe Grillo mi è capitato di leggere il commento di una ragazza che asseriva che l’uranio estraibile finirà nel giro di un decennio, rendendo il nucleare praticamente da bandire. Niente di più falso: le riserve di uranio economicamente sfruttabili con l’attuale tecnologia ammontano a circa 200 GTep, a fronte di 300 GTep tra olio e gas naturale. E’ vero che l’uranio più pregiato ed utilizzato, l’ U235 fissile, è presente solo nella percentuale dello 0,7% sulla quantità di uranio globale, ma sono già pronti reattori autofertilizzatori che possono utilizzare anche l’isotopo fertile U238 (99,3% dell’uranio mondiale), allo scopo di rimpiazzare il materiale fissile consumato. Quando questa tecnologia andrà a regime, l’uranio diverrà una fonte energetica virtualmente inesauribile!
Un’altra obiezione che viene spesso sollevata a proposito del nucleare è la competitività economica delle centrali. A chi, con estrema superficialità, afferma che l’energia nucleare è la più costosa del mercato, ricordo che gli alti costi di investimento iniziale sono compensati da una bassissima incidenza del costo del combustibile: l’uranio, infatti, incide solo per il 5% sui costi totali che arrivano al 20% considerando il processo di lavorazione , a fronte del 40% del carbone e del 70% del gas naturale. E, vantaggio non da poco, una centrale di questo tipo non immette in atmosfera anidride carbonica o altri gas serra!
Non deve essere un caso, infatti, che la Francia possiede ben 59 centrali nucleari, soddisfacendo in questo modo quasi l’80% del fabbisogno nazionale. Un esempio delle tante possibili ricadute positive: basso costo dell’energia elettrica (l’Italia ha le bollette più care d’Europa), da cui maggiore convenienza delle pompe di calore per il riscaldamento domestico rispetto alle caldaie a gas o a olio combustibile, le quali sprecano energia preziosa e inquinano terribilmente le nostre metropoli (basta guardare Milano)!!
I numeri parlano chiaro, e se è vero che l’Italia è una delle principali potenze economiche mondiali non può esimersi dal prendere decisioni lungimiranti e anche impopolari.
Il punto chiave sta tutto qua: nel desiderio di interrogarci, informarci ed informare, senza facili strumentalizzazioni e banale retorica.

Viviana Marchitelli



6 commenti:

Anonimo ha detto...

mah...a proposito di banale retorica.. i mezzi corazzati necessari a convincere le popolazioni nei cui territori si volessero insediare le centrali li mettiamo nel conto economico o no?In altre parole non avete che da convincerli con le buone o con le cattive, poi potete fare tutte le centrali che volete..forse è per questo che sono chiamati ad esprimersi anche i non ingegneri..

Unknown ha detto...

quanti mesi ci vorranno prima che il pd diverrà nuclearista?e quanto ci metterà ad inculcare alla propria gente che il nucleare è una buona soluzione?
i verdi vedono il nucleare come male assoluto? questa è bugia, spiegano perchè a loro modo non vada usato piu il nucleare da fissione. come tu dici anche i verdi sono per la ricerca sul nucleare per l approdo alla nuova generazione, cioè la fusione, che non crea scorie.
in quanto al perchè non usare il nucleare, innanzitutto metti che si approva la questione, entro un anno, prima di 10 anni te la dimentichi una centrale nucleare, e sto parlando di una sola. c'è gente che parla di un fabbisogno di 10 centrali...quanti decenni ci vorranno secondo te?e visto che il problema sarebbe ora, come facciamo fino a quel momento? poi, vedo che questa studiosa parla tanto. innanzitutto sfila dati senza contestualizzarli, perchè un ignoranti deve prenderli per buoni senza che gli vengano spiegati nè fargli capire(come si fa con le statistiche ad esempio)com'è veramente la situazione. questa donna infine non prende minimamente in considerazione i costi del mantenimento delle scorie(per migliaia, dico migliaia di anni) e soprattutto dello smantellamento della centrale dopo massimo 50 anni.

per il resto, basterebbe puntare al risparmio energetico fino al 50% e puntare sulle rinnovabili per davvero(e non per gioco come finora)e l italia non avrebbe bisogno di altro. ma il popolo e bue a quanto pare...

Unknown ha detto...

porgo inoltre le parole che ho scritto nel sito dell articolo nel link:

beh, innanzitutto è da rettificare questo post che alla fine è pro-nucleare. inoltre qualcuno dovrebbe essere sincero nell usare i dati non per confondere ma per informare. ad esempio, perchè la qui presente non ci spiega perchè molti paesi stanno rinunciando al nucleare?mentre quelli che vi accedono sono quelli in via di sviluppo? oppure, quanto ammonterebbero i costi di smaltimento delle scorie?no, perchè già non sappiamo dove mettere quelle prodotte negli anni passati(con pochissime centrali in funzione), tanto che viaggiano per l europa...oppure, quanto costerebbero gli smantellamenti delle centrali quando non piu adeguate?infine, se i paesi ricominciassero ad usare il nucleare, tra 15-20 anni(cioè dopo la prima centrale costruita qui)quanto costerebbe?e tra 50(magari a pieno regime delle nuove centrali)? possiamno dilungarci in tanti discorsi. infine dire che l utilizzo del nucleare implica l uso della tecnologia anche per scopi militari(quindi bellici). mai come ora si sente il bisogno di rinunciare al nucleare, per puntare su ben altre tecnologie, e sulla ricerca, oltre che il nucleare del futuro, cioè la fusione.

Pietro_d ha detto...

come ho già scritto non sono favorevole al nucleare, per molte questioni, ma comunque non accontono nessuna ipotesi.

La fusione oggi è ben lontana da essere anche un possibile alternativa, ecco perchè non voglio rinunciare a nessuna alternativa nemmeno alla "cattiva"

tutte le tecnologie provengono da un'utilizzo di natura Militare, ma francamente non mi scandalizzo.,

Io farei senza dubbio dei distuinguo: conviene (economicamente ed ecologicamente) oggi usare il nucleare? credo di no, ma non voglio chiudere nessuna porta per un suo possibile utilizzo futuro anche per quanto riguarda la fissione...

se riusciremo a controllare il problema delle scorie e renderlo meno pericoloso e meno dispendioso (e paparagonabile alle attuali fonti) io non escludo un bel niente!

cosa che invece i verdi fanno: Escludono la fissioni a priori....

Anonimo ha detto...

non mi sento di commentare l'intero articolo che tuttavia condivido abbastanza. Ebbene si, sono un fan anche del nucleare (me ne guardo dall'essere un nuclearista)e sono uno del PD. E spero che la gente di buon senso inizi a vedere il nucleare come gli inceneritori, come tutte le forme di produzione di energia elettrica oltre al rinnovabile, come una risorsa. Perchè è vero che alcuni aspetti devono essere migliorati...ma bisogna farlo anche con le rinnovabili perchè attualmente non sono convenienti senza incentivi...però è un discorso lungo.
Per rigitans: il risparmio energetico al 50%??? e poi??? quando noi avremo risparmiato al 50% e i paesi in via di sviluppo che "GIUSTAMENTE" chiedono energia per far partire la loro economia avranno consumato il doppio, cosa avremo guaagnato?? La realtà è che bisogna puntare ad un mix energtico in cui tutto è presente!! e il nucleare, è solo questione di tempo, ma inizieranno a costruire centrali anche in italia e in europa. l'accord enel-edf non è un caso

Pietro_d ha detto...

che belo leggere il commento positivo di Vicio... re del Carbone! :D