lunedì 31 dicembre 2007

Le stelle iniziano a cadere

La notte di S. Lorenzo è lontana, e gli astri in questioni non sono nemmeno quei fari che i magi seguon per trovare la giusta via.

Secondo cazzottone, in meno di un anno per i “giovani” ambiziosi e rampanti di Progetto. Un cazzottone che non passera in silenzio e che lascerà una ferita che difficilmente si rimarginerà, anzi rischierà di provocare una metastasi che porterà l’amministrazione verso chissà quale fine!

La scelta di entrare nell’amministrazione a gamba tesa non è servita a molto, anzi, si è rivelata un boumerang che si è schiantato in faccia agli stessi lanciatori. La tattica di lottizzar tutti i posti di potere di democristiana memoria come i 2 assessorati, presidenza del consiglio e difensore civico che dovrebbe esser per sua natura super partes, per un paese dalla forza politica molto esigua, è riuscita solo a metàper i primi castellanetano un marasma generalizzato. ed ha causato più casini che benefici per il paese, portando nel centrodestra castellanetano un marasma generalizzato.

Altro che nuovi e novità nella politica paesana, qui siamo arrivati ad una condizione peggiore della passata e fallimentare giunta di centrodestra ed i “nuovi” (che nuovi non erano perché già parte del passato), sono per modi di fare i migliori esempi di un passato che tutti vorrebbero dimenticare.

Quando il sottoscritto diceva e chiedeva alla novità civica di non allearsi ad alcun schieramento dava un consiglio gratuito per evitare che delle potenziali forze nuove potessero macchiarsi della stesso tarlo…

Chi ha seguito i fatti sa poi come è andata, e può ben immaginare come finirà questa fantastica storia!

il cannocchiale

mercoledì 19 dicembre 2007

Missione compiuta


Siamo un gran Paese e siamo riusciti in una cosa mai riuscita a nessuno. Un grazie va fatto alla tenace Bonino, ma anche a D'Alema che tanto hanno lavorato per questo risultato.

Alla fine sono rimasti insieme solo Iran, USA e Cina...

Unico neo, ieri quella trasmissione del abbondante Ferrara, che nel preambolo (non ho avuto il coraggio di vederla per intero) è tracimata in una crociata contro l'aborto.

venerdì 14 dicembre 2007

Nucleare: c'è a chi piace e a chi no!

Riporto un articolo letto sul periodico universitario Diari della Bovisa. Chi mi conosce sa che non sono un supporter del Nucleare, ma francamente in quest'articolo si riesce finalmente a far chiarezza su molti punti.

Purtroppo nel nostro paese si convive con molti estremismi (da quello cattolico a quello ambientalista) impregnati di ottusa ignoranza (scientifica in primis ma anche ingegneristica) .
Questi vedono il nucleare come il male assoluto e come tecnologia portatrice di morte ma spesso dimenticano che i dati dicono ben altro (in questi anni il nucleare ha fatto meno morti delle altre tecnologie, idroelettrico compreso).

Bisogna però dire che non è tutto oro quello che luccica, ma che il nucleare si porta dietro anche dei problemi irrisolti (almeno per il nostro paese). Dove mettere le scorie in una nazione particolare dal punto di vista geologico come la nostra e densamente abitata? Come risolvere l'ammanco di energia nel nostro paese in modo rapido (visto che una centrale necessita dai 10 ai 20 per entrare a regime)?
Questi dubbi (ma anche quelli sui costi di stoccaggio delle scorie) sono quelli che fino ad oggi mi rendono ancora scettico nei confronti di questa tecnologia, che negli ultimi anni sta però facendo passi da gigante.
Forse è arrivato il momento di investire oltre che sulle tecnologie rinnovabili (perchè anche in questo campo siamo anni luce indietro rispetto i nostri vicini europei) e sul risparmio energetico, anche sulla ricerca a 360 gradi in questo ambito, dai reattori ai sistemi di riutilizzo delle scorie passando per gli impianti di stoccaggio delle stesse.
In fondo se vogliamo essere al passo con il protocollo di Kyoto non possiamo pretendere che le sole fonti rinnovabili e il risparmio energetico riescano a soddisfare tutti i nostri bisogni.


L'Articolo può essere letto anche a questo link


L'ITALIA TORNA A PARLARE DI NUCLEARE
Gli italiani ricordano i 20 anni dal Referendum anti-nucleare: e non c’è da festeggiare.

Sono una studentessa al quarto anno di Ingegneria Energetica, e la recente visita alla centrale nucleare di Gösgen (Svizzera) ha presentato l’occasione per riflettere sulla possibilità di un ritorno al nucleare nel nostro Paese, soprattutto in un momento in cui la “questione energetica” è un argomento più che mai attuale e spinoso.
Recentemente l’On. Casini ha auspicato il ritorno all’utilizzo di questa fonte, specificando come l’Italia non possa restare indietro rispetto agli altri Paesi europei, che da tempo hanno fatto del nucleare una scelta energetica strategica, avvalendosi anche di cervelli “made in Italy”, di cui lo Stato Italiano finanzia la formazione per poi lasciarseli scappare.
Una seppur debole apertura è arrivata dal Ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani, che al World Energy Congress (Roma, 11-15 Novembre) ipotizza un futuro ritorno all’atomo ma solo con il cosiddetto nucleare di quarta generazione.
Intanto però “i più” ignorano i passi da gigante che la scienza e l’ingegneria hanno fatto per rendere questa energia sempre più sicura e affidabile.
In tutta franchezza io non credo che una scelta così importante e decisiva possa essere presa sulla base del consenso popolare, in quanto molti non hanno gli strumenti per valutare la fattibilità in termini tecnico-economici di un’operazione di questo genere, ma ritengo assolutamente indispensabile che debba esser fatta informazione su tutti gli aspetti dell’energia nucleare, a cominciare dalle tanto temute centrali nucleari.
L’informazione è (dovrebbe essere) democratica e alla portata di tutti, le competenze molto spesso non lo sono: il rischio a cui andiamo incontro è quello di politiche emozionali, basate su deboli motivazioni a carattere irrazionale, proprio come avvenuto con il Referendum del 1987 in cui la paura di una nuova Chernobyl ha portato ad una scelta affrettata, le cui conseguenze stiamo tuttora pagando.
Per informazione intendo la promozione di dibattiti seri a cui partecipino esperti del settore e professionisti competenti, la realizzazione di convegni aperti al pubblico e la diffusione capillare della conoscenza tramite i mass-media: insomma, tutto ciò che possa contribuire a limitare se non sconfiggere la dilagante mala-informazione di cui è affetto il Paese Italia, soprattutto sul tema energetico, in particolar modo sul nucleare.
Non sono un’accesa nuclearista, ma quello che ho appreso nel corso di studio di Ing. Energetica mi basta per criticare Michele Santoro che affronta il problema energetico italiano alla presenza dell’On. Rutelli e di Dario Fo (sicuramente stimato intellettuale e premio Nobel, ma non so quanto esperto in campo energetico), e restare quanto meno scettica di fronte alle parole dell’On. Pecoraro Scanio, che, senza alcuna cognizione di causa, afferma che l’Italia dovrebbe puntare esclusivamente sulle fonti rinnovabili.
Attenzione: la questione che vorrei sollevare non è tanto la legittimità della preferenza del nucleare alle rinnovabili o ai combustibili fossili, quanto l’importanza e la stringente necessità di un dibattito serio sui benefici e sui limiti delle diverse opzioni, che faccia della chiarezza e dell’onestà intellettuale i suoi capi saldi e che sia supportato da dati validi e fonti autorevoli.
Qualche esempio di cattiva informazione? Tempo fa sul blog di Beppe Grillo mi è capitato di leggere il commento di una ragazza che asseriva che l’uranio estraibile finirà nel giro di un decennio, rendendo il nucleare praticamente da bandire. Niente di più falso: le riserve di uranio economicamente sfruttabili con l’attuale tecnologia ammontano a circa 200 GTep, a fronte di 300 GTep tra olio e gas naturale. E’ vero che l’uranio più pregiato ed utilizzato, l’ U235 fissile, è presente solo nella percentuale dello 0,7% sulla quantità di uranio globale, ma sono già pronti reattori autofertilizzatori che possono utilizzare anche l’isotopo fertile U238 (99,3% dell’uranio mondiale), allo scopo di rimpiazzare il materiale fissile consumato. Quando questa tecnologia andrà a regime, l’uranio diverrà una fonte energetica virtualmente inesauribile!
Un’altra obiezione che viene spesso sollevata a proposito del nucleare è la competitività economica delle centrali. A chi, con estrema superficialità, afferma che l’energia nucleare è la più costosa del mercato, ricordo che gli alti costi di investimento iniziale sono compensati da una bassissima incidenza del costo del combustibile: l’uranio, infatti, incide solo per il 5% sui costi totali che arrivano al 20% considerando il processo di lavorazione , a fronte del 40% del carbone e del 70% del gas naturale. E, vantaggio non da poco, una centrale di questo tipo non immette in atmosfera anidride carbonica o altri gas serra!
Non deve essere un caso, infatti, che la Francia possiede ben 59 centrali nucleari, soddisfacendo in questo modo quasi l’80% del fabbisogno nazionale. Un esempio delle tante possibili ricadute positive: basso costo dell’energia elettrica (l’Italia ha le bollette più care d’Europa), da cui maggiore convenienza delle pompe di calore per il riscaldamento domestico rispetto alle caldaie a gas o a olio combustibile, le quali sprecano energia preziosa e inquinano terribilmente le nostre metropoli (basta guardare Milano)!!
I numeri parlano chiaro, e se è vero che l’Italia è una delle principali potenze economiche mondiali non può esimersi dal prendere decisioni lungimiranti e anche impopolari.
Il punto chiave sta tutto qua: nel desiderio di interrogarci, informarci ed informare, senza facili strumentalizzazioni e banale retorica.

Viviana Marchitelli



martedì 4 dicembre 2007

La Cina non s'avvicina

di Valter Gallo








Con l'avvicinarsi dei giochi olimpici di Pechino 2008, le perplessità, riguardanti le condizioni politiche in cui si svolgeranno le prossime olimpiadi, ancora non sono state fugate.
Sul piano dei diritti umani non si sono ancora visti quei progressi, quelle riforme, che il governo cinese aveva promesso al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e all’opinione pubblica internazionale al momento dell’assegnazione dei giochi.
Recentemente, in una lettera aperta, 37 intellettuali cinesi hanno messo in dubbio la reale volontà di democrazia del regime cinese ed hanno ricordato che, senza una promozione dei diritti umani, gli slogan olimpici rischiano di tradire i loro ideali e lasciano un mondo “dove persone soffrono discriminazione, persecuzione politica e religiosa, mancanza di libertà, come anche povertà, genocidio e guerra”.
Organizzazioni internazionali come
Amnesty International, Reporters sans Frontieres, Human Rights Watch, Information Safety and Freedom, hanno argomentato ampiamente la reale situazione, denunciando le violazioni sopra citate. Anche l'atteggiamento avuto dal governo cinese nel genocidio del Darfur, il sostegno economico alla giunta militare birmana, l'oppressione del popolo tibetano e l'ostracismo verso il Dalai Lama, il primato mondiale sulle esecuzioni capitali, il non riconoscimento dei diritti della comunità LGBT, il non intervento sui tanti abusi fatti agli animali, non lasciano presagire una reale volontà di concordia con le altre nazioni della terra. Questo, grazie anche all'atteggiamento “benevolo” di molti Paesi, interessati più che altro ai rapporti commerciali con il grande mercato cinese.
Fatte queste premesse, come è possibile partecipare a cuor leggero a quella che è ritenuta da tutti la principale festa dello sport e dell’umanità intera?
Per tutto questo noi lanciamo la
campagna “Turn off Pechino 2008”
e proponiamo
se non ci sarà una reale "tregua olimpica" sull'informazione e su Internet (oggi censurati), sulle libertà fondamentali (oggi non garantite), e se non si percepiranno significativi interventi sui punti sopra citati, sotto il controllo di osservatori internazionali
di non partecipare all'evento, spegnendo la TV

Invitiamo tutti i bloggers ad aderire a questa campagna inserendo un commento sul blog "Turn Off Pechino 2008", rilanciando a loro volta questo post, mettendo il banner dell’iniziativa sul proprio blog.

Papa Silvio I

Berlusconi come non l'avete mai visto.
Direttamente da un giornalino parrocchiale (qualche infiltrato del KGB) della provincia Padovana...

Un Silvio prossimo alla Beatificazione (come ha fatto a "resistere" ai suoi alleati in tutti questi anni non si capisce), che stringe la mano al suo attentatore (ma non era Prodi?!?).
foto e articolo direttamente dal Corriere della Sera